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FIORIL’arte floreale a servizio della Liturgia
Corso diocesano per i fioristi
L’arte floreale al servizio della liturgia è un’arte fra le altre arti e un elemento che contribuisce alla bellezza della liturgia.
L’Ufficio Liturgico Diocesano propone il Corso sull’arte floreale a servizio della liturgia che si svolgerà a partire dal giovedì 29 maggio, alle ore 20.30, nel Salone Parrocchiale presso la chiesa di Santa Maria Goretti a Frosinone. Sono invitati i fioristi professionisti, ma anche tutti coloro che preparano abitualmente le composizioni per la chiesa. Il Corso sarà gestito dalla prof. suor Clara Caforio, E.F.
Gli incontri successivi si svolgeranno l'11 e il 18 giugno.
Nonostante le difficoltà della vita e la preoccupante situazione economica del nostro paese occuparci dei fiori può sembrare inappropriato. In realtà come ogni forma d’arte quella floreale può situarsi al di sopra di tutte le cose. Infatti i fiori costituiscono una delle più forti parabole d’amore di Dio perché: i fiori, nella loro fragilità e nel nostro mondo violento e prepotente, sono certamente una straordinaria parabola della forza dell’Amore divino; i fiori, nella loro silenziosa discrezione e nel nostro mondo rumoroso, sono senza dubbio una sorprendente parabola della discrezione dell’Amore divino; i fiori, nella loro bellezza senza artifici e nel nostro mondo sofisticato, sono di certo una stupefacente parabola della limpidezza dell’Amore divino; i fiori, nella loro fedele ri-apparizione annuale e nel nostro mondo insicuro, sono certamente una sorprendente parabola della speranza che viene dall’Amore divino; i fiori, nella loro apparente inutilità e nel nostro mondo produttivo ed efficace, sono sicuramente una straordinaria parabola della gratuità dell’Amore divino.
L’arte floreale a servizio della liturgia è nata una trentina di anni fa dalla contemplazione da parte di una donna Geneviève Vacherot del trittico “Portinari”, che rappresenta una Natività e adorazione, opera di Hugo Van der Goes (del grande periodo fiammingo del XV sec.), conservato oggi alla Galleria degli Uffizi, a Firenze. L’intuizione di partenza è ben presto diventata una convinzione, condivisa da tutti coloro che, ormai dappertutto nel mondo intero, continuano a svolgere questo servizio nella Chiesa:
- parlare di Dio attraverso i fiori e gli elementi naturali, in collegamento con un testo biblico e per una precisa comunità;
- parlare a Dio esprimendo la preghiera personale di intercessione, lode, adorazione attesa, tristezza…;
- lasciar parlare Dio affinché Egli istruisca, trasformi, consoli, attraverso la contemplazione di un bouquet. Dunque lo spazio liturgico che si infìorirà (l’ambone, l’altare, il battistero, la croce, o il cero pasquale...) per una particolare occasione (una domenica, una battesimo, un matrimonio, un’adorazione o un funerale), con materiale disponibile (vasi, coppe, cortecce d’albero, ceppi, muschio o bugie..) e determinati fiori (come qualità, numero, colore.,.) in una precisa disposizione (bouquet rotondo, diritto, triangolare, a L, a S…) tutto ciò entra in un “cerchio” che esalta artisticamente l’Altare della creazione. E come ogni arte, l’Arte floreale liturgica “non serve a nulla” si apprende e si dona a beneficio di tutti. “ I fiori non decorano, essi significano. La chiesa è il luogo dove tutto deve essere bello e significativo” (Genevieve Vacherot).
L’artista fioraio a servizio della liturgia ha come missione quella di raccogliere la natura e di presentarla, cioè renderla presente, nella liturgia, in maniera che possa prendere parte, con il suo proprio linguaggio, all’azione liturgica che è gesto di accoglienza e di dono, di gratitudine e di trasfigurazione... vita eucaristica. E’ offerto a Dio uno spazio in cui Egli può manifestare la bellezza della creazione.
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