Questione delle offerte
di don Silvano Sirboni
Domanda: I nomi dei defunti si possono ricordare solo durante la celebrazione della Messa oppure anche durante la liturgia della Parola? Ho letto da qualche parte che invitare a pregare per i defunti o per altre intenzioni particolari nella liturgia della Parola è corretto, ma non lo è accettare l’offerta. Il mio parroco non è d’accordo in quanto, dice che l’offerta è data liberamente per la parrocchia e perciò non è da rifiutare. Le norme liturgiche cosa prevedono?
Intenzione/offerta (o tariffa!) è un rapporto strettamente legato alla Messa. Nato come segno di partecipazione alla vita della comunità (cf. At 2 e 4), si è sviluppato e strutturato nel corso dei secoli non senza aspetti negativi collegati al denaro e alla deriva “commerciale” che già il concilio di Trento condannò o cercò almeno di limitare (cf. A. Jungmann, Missarum Sollemnia, vol. II, 7-24). La stessa antipatica “tariffa” è stata una “soluzione” per cercare di evitare, se non altro, almeno gli abusi di venalità.
La riscoperta della dimensione conviviale dell’Eucaristia (cf. OGMR 16) non oscura affatto quella sacrificale né il valore di suffragio per i defunti, ma influisce certamente sulla sua comprensione, sulle modalità celebrative e sulla sua gestione pastorale che deve “tenere assolutamente lontana anche l’apparenza di contrattazione e commercio” (can. 947). Un documento emanato dalla Congregazione per il Clero nel 1991 cerca di superare la privatizzazione della Messa permettendo la condivisione di più intenzioni sganciate da qualsiasi “tariffa” e impedendo con precise norme ogni tentazione di interesse privato.
Sarebbe paradossale che l’aspetto commerciale, dal quale si sta faticosamente liberando la Messa, rientrasse, per così dire, dalla porta di servizio contagiando le celebrazioni domenicali della Parola in assenza del presbitero. Tenendo ben presente che la celebrazione eucaristica costituisce il vertice della preghiera cristiana e quindi anche del suffragio (cf. CCC 1325, 1371-1372), la celebrazione della Parola è pure preghiera liturgica, preghiera della Chiesa che non può prescindere dall’intercedere per i vivi e per i defunti. E’ un’occasione provvidenziale per esprimere la gratuità della preghiera cristiana ricordando anche i defunti nella preghiera universale, evitando, però, la privatizzazione e lo stretto legame con un’offerta.
Il doveroso contributo alla vita della comunità deve essere veramente libero, nei modi e nella misura, non appannaggio privato e, per quanto possibile, dato anonimamente durante l’abituale raccolta delle offerte.