L'Abc della liturgia/54
Il corpo nella liturgia. i gesti
(Pubblicato su Lazio Sette: 18 maggio 2008, p. 18)
Il corpo nella liturgia. i gesti
* Bacio alle persone: può essere di vari tipi:
- il bacio (abbraccio) di pace prima della comunione: si tratta di uno dei modi di realizzare il gesto della pace, subito prima della Comunione eucaristica, o dopo la preghiera dei fedeli (nelle Comunità Neocatecumenali); certamente il “bacio di pace” è qualcosa di più di un saluto o di un segno d’amicizia; è un desiderio d’unità, una preghiera, un atto di fede nella presenza di Cristo e nella comunione che egli costruisce, un impegno di fraternità prima d’avvicinarsi alla mensa del Signore; si tratta di un gesto liturgico molto antico (cf. Rm 16, 16; 1Cor 16, 20; 2 Cor 13, 12; 1Pt 5, 14) e in uso fino al XII sec.; a partire da questo secolo, il bacio fu riservato a poco a poco al clero, fino a giungere alla forma conosciuta dell’attuale riforma; sappiamo che si può dare la pace con un semplice inchino del capo, o con una stretta di mano, ma certamente, soprattutto in piccoli gruppi, o tra familiari, o tra gli amici, o in una comunità religiosa, il bacio è più espressivo;
- il bacio “sacramentale” d’accoglienza: nelle Ordinazioni, il bacio diventa “liturgico” e vuole esprimere il valore proprio del sacramento, e così il nuovo diacono riceve il bacio dal vescovo e dai diaconi presenti, il nuovo sacerdote, dal vescovo e dai sacerdoti presenti e il nuovo vescovo, dal vescovo consacrante e dagli altri vescovi presenti;
- altri casi di bacio alle persone: nel passato erano conosciuti anche altri casi, ora eliminati, come il baciare la mano del vescovo che distribuisce la Comunione o il baciare i piedi al Papa in diversi momenti delle celebrazioni pontificali; attualmente si bacia la mano del Papa e in alcune regioni si usa ancora, di baciare la mano ai sacerdoti e ai vescovi; per un particolare significato, è rimasto nella celebrazione liturgica il bacio dei piedi (facoltativo; il Messale Romano non ne parla, ma in tanti luoghi il gesto viene compiuto) nella lavanda del Giovedì Santo: un’azione simbolica che rafforza pubblicamente il gesto di servizio ai fratelli da parte di chi rappresenta Cristo, il Servitore per eccellenza.
(Pubblicato su Lazio Sette: 25 maggio 2008, p. 11)
L'Abc della liturgia/56
Il corpo nella liturgia. i gesti
* Bacio agli oggetti: può essere di vari tipi:
- il bacio all’altare (all’inizio e alla fine della celebrazione): è un segno di venerazione e di stima per la “mensa del Signore”, sulla quale si compie l’Eucaristia e dove siamo invitati a partecipare al Corpo e al Sangue di Cristo; nell’altare si vede anche un segno di Cristo stesso, paragonato da San paolo alla “roccia” (cf. 1Cor 10, 4); bisogna poi ricordare, che l’altare viene consacrato (unto) con il Crisma e che spesso contiene le reliquie dei Santi; si tratta di un saluto simbolico (in uso almeno dal sec. IV), fatto di fede e di rispetto, all’inizio della celebrazione (cf. OGMR 273);
- il bacio al libro del Vangelo: chi proclama la lettura del Vangelo, alla fine bacia il libro; questo gesto esprime la fede nella presenza di Cristo che si comunica a noi come la Parola di verità (cf. OGMR 273).
- il bacio agli altri oggetti sacri: dopo il Concilio Vaticano II, con l’Istruzione «Inter Oecumenici» del 1964 (n. 36), sono stati soppressi diversi altri baci (alle vesti liturgiche, baciate mentre s’indossavano in sacrestia; ai vari oggetti che i ministri consegnavano al presidente, soprattutto al vescovo: il calice, le ampolline, la patena…); nella liturgia odierna è rimasto: il bacio della croce durante la celebrazione del Venerdì Santo (nel rito dell’adorazione della croce); il bacio della croce da parte del vescovo all’entrata ufficiale nella Cattedrale o all’inizio della vista pastorale in una parrocchia;
- sono significativi anche altri baci, non liturgici, ma ugualmente pieni di fede come, ad esempio, il bacio del Bambino Gesù nelle celebrazioni natalizie, o il bacio semplice al Crocifisso o alle immagini sacre, che molti cristiani sono soliti dare.(Pubblicato su Lazio Sette: 1 giugno 2008, p. 13)