L'ABC della liturgia/59
Il corpo nella liturgia: gli atteggiamenti
Tutto l’uomo, nella sua complessa identità, è in relazione con gli altri, e come tale si trova anche alla presenza di Dio. Egli esprime i suoi sentimenti non solo con la parola, ma anche con i gesti e i movimenti, con il suo portamento e la posizione del corpo. Sentimenti come il rispetto, la disponibilità, l’umiltà, l’adorazione, l’attesa fiduciosa, ecc. sono già visibili nell’atteggiamento del corpo. Nella celebrazione liturgica alcuni momenti risultano molto più espressivi e coerenti se li compiamo stando in piedi, in ginocchio, seduti (tre atteggiamenti principali), inchinati o prostrati (due atteggiamenti secondari). Bisogna poi ricordare che la celebrazione cristiana essendo comunitaria esige un’uniformità d’atteggiamenti anche esteriori. Infatti, “l’atteggiamento comune del corpo, da osservarsi da tutti i partecipanti, è segno dell’unità dei membri della comunità cristiana riuniti per la sacra Liturgia: manifesta infatti e favorisce l’intenzione e i sentimenti dell’animo di coloro che partecipano” (OGMR 42). La posizione del corpo esprime da una parte l’atteggiamento di fede della persona, e dall’altra alimenta e favorisce la stessa fede. La medesima cosa avviene a livello comunitario.
Oggi, nel compiere i gesti e gli atteggiamenti, si nota una certa insicurezza nei fedeli, favorita dalla mancanza di una catechesi sui motivi di certi cambiamenti (riforma) e sul significato d’ogni singola posizione.
(Pubblicato su "Lazio Sette", 29 giugno 2008, p. 15)