ABC della Liturgia/5
Il senso del calebrare
"La liturgia, mediante la quale si attua l'opera della nostra redenzione, contribuisce in sommo grado a che i fedeli esprimano nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di Cristo e la genuina natura della vera Chiesa" (SC 2).
Attraverso la liturgia, i cristiani rivelano il mistero di Cristo nella loro vita e lo dimostrano agli altri: è il momento originario e sintetico che dà forma e senso autentico al cammino di fede dei credenti, alla loro speranza e al loro impegno caritativo. Per questo la liturgia è alimento insostituibile per la vita di ciascuno e insieme luogo in cui ogni vissuto personale e comunitario si innesta in Cristo e nella Chiesa.
Non è facile spiegare il senso del celebrare, perché non si tratta solo di capire le parole che si dicono, ma anche i gesti che si fanno, gli abiti e gli oggetti che si usano, i vari servizi che si svolgono… Tutto il popolo deve conoscere e capire quello che fa e dice. Infatti la Chiesa si preoccupa vivamente che i fedeli non assistano solo come muti ed estranei spettatori alla liturgia, ma che, la comprendino bene per mezzo dei riti e delle preghiere, partecipino all’azione sacra consapevolmente, pienamente ed attivamente (cf. SC 14).
Certamente sono i Parroci e i catechisti che devono occupare un ruolo importante in questa educazione - formazione. A loro spetta il compito di "studiare e spiegare attentamente il senso talora recondito, ma inesauribile e vivo, dei segni e riti liturgici, osservando non tanto il loro simbolismo naturale, ma considerando piuttosto il valore espressivo proprio che essi hanno assunto nella storia dell’antica e della nuova alleanza" (CEI, Rinnovamento della catechesi, 44).
(Pubblicato su Lazio Sette: 3 dicembre 2006, p. 11)