ABC della Liturgia/17
I ministeri istituiti
Questi godono di una certa stabilità in ragione del loro rapporto più diretto con i bisogni e le attività istituzionali della Chiesa. Vengono conferiti attraverso un atto liturgico. In questo ambito si collocano l’accolitato, il lettorato e il ministero straordinario della Comunione.
a) Accolitato: è istituito per il servizio all’altare – che cura con attenzione e sensibilità –, per aiutare il sacerdote e il diacono nello svolgimento rituale della celebrazione (preparando la mensa, porgendo i doni dei fedeli, deponendo sull’altare il pane e il vino, aiutando nel riporre e purificare i vasi sacri), e, come ministro straordinario, per "distribuire l’Eucaristia ai fedeli" (OGMR 98) presenti o portarla agli impediti in casa (cf. OGMR 187-193).
Nelle nostra Diocesi finora non ci sono (a parte alcuni seminaristi che si preparano al sacerdozio) accoliti istituiti.
b) Lettorato: è istituito per proclamare la Parola di Dio non al modo di un registratore – tanto perfetto quanto freddo –, ma per renderla viva, relazionale e salvifica. Il compito di proclamare le letture non è "competenza specifica di colui che presiede, ma di altri ministri. Le letture quindi siano proclamate da un lettore…" (OGMR 59). Si tratta di una figura istituita o di fatto (nelle nostre parrocchie ci sono sole quelli di fatto!). I lettori devono "proclamare", cioè dire a voce alta, a nome di un altro, a favore degli altri. Proclamazione è simile a "risurrezione": la testimonianza, sepolta nella pagina scritta, risorge e si fa di nuovo parola viva.
Bisogna ricordare che nell’assemblea radunata nel nome di Cristo la proposta di Dio e la risposta di fede della comunità sono rese udibili proprio per mezzo della parola. E la parola giunge attraverso la mediazione di chi se ne fa servitore: la parola di Dio celebrata nell’assemblea liturgica è sempre una parola "incarnata" nella persona del lettore che la proclama e nell’assemblea che l’accoglie.
Il lettore deve essere allora ben preparato nella parte tecnica e liturgica (cf. OGMR 101); deve pure cercare d’essere discepolo e testimone di quello che annuncia, con lo stile di vita e la dignità del comportamento. Chi esercita questo ministero deve avere un grande senso di responsabilità. Dobbiamo ricordare che la parola di Dio non può essere sprecata per improvvisazione, perché si chiama il primo disponibile; né per disattenzione o superficialità, perché la lettura è frettolosa, con dizione approssimativa o dialettale; né per infantilizzazione perché si ricorre a lettore-baby. Il lettore dovrebbe attivare una mediazione obiettiva e umile, non deve attirare su di sé l’attenzione dei fedeli con toni retorici, drammatici, patetici, da attore. Inoltre, dovrebbe rendere possibile l’ascolto e la comprensione, rendendosi conto che una lettura puntuale e chiara esalta la parola, una lettura sciatta o puerile la vanifica, una riconosciuta testimonianza di vita la rafforza, invece, la palese contraddizione con la condotta morale la indebolisce.
Ogni comunità dovrebbe istituire un gruppo di lettori e dovrebbe impegnarsi a curarne la formazione non solo tecnica, ma anche biblica e liturgica (cf. OGMR 101).
c) Ministero straordinario della Comunione: è istituito per distribuire la Comunione in chiesa (quando veramente ce ne bisogno!) e ai fratelli che sono impossibilitati (a causa dell’anzianità o della malattia) a parteciparvi di persona. D’altra parte non deve essere inteso come un "distributore di ostie". Per questo va inserito nel contesto più ampio che prevede la preparazione della celebrazione e la cura pastorale degli infermi.
(Pubblicato su Lazio Sette: 18 marzo 2007, p. 2)