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ABC della Liturgia

ABC della Liturgia/18-21

I ministeri di fatto (Parte I)

Nella parola "liturgia" è inclusa l’idea d’azione. Parlando dei ministeri di fatto, dobbiamo dire che si tratta dei servizi piuttosto occasionali, spontanei e passeggeri, che si caratterizzano per una minore stabilità. In ogni caso si tratta di un riconoscimento ufficiale che conferisce autorità alla persona o a un gruppo per assolvere un ministero. Ne elenchiamo alcuni:

 


a) Il servizio del Salmista: il suo compito è quello di leggere o cantare il Salmo responsoriale. Si tratta di un ministero distinto dal lettore, anche se nelle nostre parrocchie sembra diventato consuetudinario che il lettore della prima lettura, subito dopo proclami anche il ritornello ed il Salmo. "Conviene che il Salmo responsoriale si esegua con il canto, almeno per quanto riguarda la risposta del popolo… Se il Salmo non può essere cantato, venga proclamato nel modo più adatto a favorire la meditazione della parola di Dio" (OGMR 61). Se il Salmo viene cantato bisogna ricordare che il salmista cantore deve essere ricco di musicalità e capace di trasformare l’esecuzione del Salmo responsoriale in momento di poesia e contemplazione. Sarebbe giusto cercare di preparare (in ogni comunità) dei cantori esperti nell’arte del salmeggiare e dotati di buona pronuncia e dizione (cf. OGMR 102).

 


b) Il servizio dei Ministranti: la complessità dei riti richiede il concorso di un certo numero dei cosiddetti ministranti, spesso chiamati chierichetti (adulti, ragazzi, ragazze, bambini) addetti a compiti ausiliari, quali portare la croce, i candelieri, il turibolo, porgere e sostenere il libro, lavare le mani al sacerdote, suonare il campanello..., pronti a fare quanto occorre per un ordinato svolgimento del rito (cf. OGMR 100). Questo ministero va curato (attraverso una seria formazione) e mantenuto nelle nostre comunità, in modo particolare tenendo conto della possibilità offerta ai ragazzi di partecipare attivamente alla celebrazione e della valenza che può avere d’orientamento al ministero ordinato. Per evitare che la loro presenza sia puramente coreografica o distraente, dovrebbero essere coscienti della serietà del loro servizio. Il servizio delle ministranti è certamente più ordinato, preciso, ed espressione di novità. Nella celebrazione dovrebbe essere ben studiato e motivato, magari diversificandone i compiti, così che non abbiano a nascere conflitti, indebiti confronti e abbandoni da parte dei maschietti.

 


c) Il servizio del Commentatore: si tratta di un vero ministero liturgico che dovrebbe aiutare l’assemblea a vivere più consapevolmente le varie fasi dei riti. Da un luogo adatto, non dall’ambone, propone opportune spiegazioni e monizioni chiare, sobrie, preparate con cura, normalmente scritte e approvate in precedenza dal celebrante (cf. OGMR 105b). E’ opportuno che questo ministero sia esercitato in occasione delle assemblee liturgiche domenicali e specialmente di celebrazioni particolari come il Battesimo, la Confermazione, l’Ordine Sacro, Veglie di preghiera, Liturgia delle ore ecc.

 


d) Il servizio del Cerimoniere: nelle grandi assemblee, favorisce il buon andamento delle celebrazioni, con attenzione discreta, attenta ed efficace ai gesti, movimenti e spostamenti previsti dai vari riti.

 


(Pubblicato su Lazio Sette: 25 marzo 2007, p. 11)


I ministeri di fatto (Parte II)

e) Il servizio del coro e del canto

E’ uno degli aspetti della vita liturgica per il quale si riconosce facilmente che è necessaria una preparazione tecnica, liturgica, spirituale da aggiungersi a doti fisiche naturali. Bisogna ricordare che la tradizione musicale della Chiesa "costituisce un patrimonio d’inestimabile valore, che eccelle tra le altre espressioni dell’arte, specialmente per il fatto che il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrante della Liturgia solenne… Perciò la Musica sacra sarà tanto più santa quanto più strettamente sarà unita all’azione liturgica, sia esprimendo più dolcemente la preghiera e favorendo l’unanimità, sia arricchendo di maggior solennità i riti sacri" (SC 1).

Tutti ci rendiamo conto che "l’azione liturgica riveste una forma più nobile quando è celebrata in canto" (Istruzione «Musicam Sacram» del 5 marzo 1967, n° 5.) e che "non c’è niente di più solenne e festoso nelle sacre celebrazioni di un’assemblea che, tutta, esprime con il canto la sua pietà e la sua fede. Pertanto la partecipazione attiva di tutto il popolo, che si manifesta con il canto, si promuova con ogni cura" (Idem., n° 16). Inoltre il canto è segno della gioia del cuore (cf. At 2, 46). Perciò dice molto bene sant’Agostino: «Il cantare è proprio di chi ama» (Sermo 336, 1), e già dall’antichità si formò il detto: «Chi canta bene, prega due volte» (OGMR 39).

Per musica sacra s’intende: il canto gregoriano, la polifonia sacra antica e moderna nei suoi vari generi, la musica sacra per organo ed alti strumenti legittimamente ammessi nella liturgia e il canto popolare sacro, cioè liturgico e religioso (Istruzione «Musicam Sacram», n° 4).

Con questo servizio sono legati strettamente alcuni strumenti adatti per la liturgia. Il principale e solenne strumento musicale liturgico della Chiesa latina (a partire dall’VIII-IX sec.) fu e rimane l’organo classico, cioè l’organo a canne (cf. SC 120). Altri strumenti musicali si possono comunque ammettere al culto divino, a giudizio e con il consenso dell’Ordinario, purché si possano adattare all’uso sacro, convengano alla dignità del luogo e favoriscano veramente l’edificazione dei fedeli. L’organo ed eventuali strumenti legittimamente permessi, hanno il compito d’accompagnare il canto dell’assemblea e del coro e di suonare come solisti nei tempi consentiti.
 
(Pubblicato su Lazio Sette: 1 aprile 2007, p. 11)


I ministeri di fatto (Parte III)

Il servizio del coro e del canto possiede vari ministeri:

- Animatore musicale: è un ministero che ha lo scopo di aiutare il popolo a cantare e di dirigere i gruppi corali. E’ caratterizzato da una sincera volontà di servizio e da un’essenziale vocazione musicale. Questo servizio liturgico richiede, di sua natura, nel candidato un’adeguata formazione spirituale, una fede matura, l’esemplarità della vita ed una qualificata competenza musicale specifica. Il suo compito consiste nel programmare e scegliere i canti secondo i vari tempi liturgici e le caratteristiche delle varie celebrazioni, in accordo con il Parroco o Rettore della chiesa; insegnare i canti, spiegandone preventivamente il testo, la melodia e lo spirito generale; dirigere l’esecuzione, sia del coro che dell’assemblea, con una presenza assai discreta e con gesti essenziali. La voce dell’animatore deve guidare, uniformandosi al canto comune senza mai prevalere.

- Organista liturgico: questo ministero dovrebbe essere affidato ad un cristiano convinto e maturo che, svolgendo un compito indispensabile alla comunità, offre un servizio specifico nel settore dell’animazione musicale della Liturgia. E’ molto auspicabile che gli organisti e gli altri musicisti, oltre a possedere un’adeguata perizia nell’usare il loro strumento, conoscano e penetrino intimamente lo spirito della sacra Liturgia, con una preparazione spirituale e una ricchezza interiore (Istruzione «Musicam Sacram», n° 67). I suoi compiti durante il servizio liturgico, sono: introdurre, accompagnare, sostenere e concludere adeguatamente il canto dell’assemblea e del coro; far risuonare la voce solista dell’organo nei momenti particolari consentiti nella celebrazione eucaristica: all’inizio, all’offertorio, alla comunione, al termine. Il suono dell’organo che accompagna le azioni liturgiche deve essere adattato con cura diligente al tempo ed al giorno liturgico, alla natura degli stessi riti ed anche alle loro singole parti. Lo stesso discorso vale per gli altri strumentisti che prestano servizio liturgico.

- Assemblea: la forma più solenne e festosa delle sacre celebrazioni è quella di tutta un’assemblea che, pur nella sua diversità ministeriale, esprime con il canto la sua pietà e la sua fede. Si deve promuovere con ogni cura, con un’adatta catechesi e con esercitazioni pratiche, la più ampia partecipazione piena, cosciente ed attiva di tutto il popolo al canto. Quest’educazione alla partecipazione deve tener conto d’alcune priorità e d’alcuni criteri. Prima di tutto si deve favorire la partecipazione alle acclamazioni (Amen, acclamazioni dopo le letture, Tuo è il regno…), alle risposte dei saluti del Sacerdote presidente e dei ministri, alle preghiere litaniche (Kyrie, Preghiera dei fedeli, Agnello di Dio) ed inoltre alle antifone, ai salmi, ai versetti intercalati o ritornelli, agli inni (Gloria e Santo) ed ai cantici.

- Coro liturgico o schola cantorum: tra i fedeli esercita un proprio ufficio liturgico la schola o gruppo corale, di cui compiti sono quelli di eseguire a dovere le parti che le sono proprie, secondo i vari generi di canto, e di promuovere la partecipazione dei fedeli nel canto (cf. OGMR 103; Istruzione «Musicam Sacram», n° 19). In ogni caso mai il coro deve sostituire od espropriare l’assemblea liturgica dei suoi compiti specifici. Il coro liturgico, per compito ministeriale preciso d’animazione alla preghiera, è degno di particolare attenzione. Perciò, oltre alla formazione musicale, si deve offrire ai membri della schola e dei gruppi corali anche un’adeguata formazione spirituale e liturgica, in modo che dall’esatta pratica del loro ministero liturgico derivi anche un bene spirituale per gli stessi cantori (cf. SC 29; Istruzione «Musicam Sacram», n° 19 e 24).

 


(Pubblicato su Lazio Sette: 15 aprile 2007, p. 13)

I miniseri di fatto (Parte IV)

f) Il servizio degli Addetti all’accoglienza: il ministero dell’accoglienza dovrebbe essere oggetto di una più particolare attenzione e diffusione nelle comunità cristiane. Non è un semplice gesto d’attenzione umana, ma un’attuazione del comando biblico dell’ospitalità, perché Dio entra in comunione con l’uomo anche attraverso le mediazioni umane più semplici. L’addetto al servizio aiuta a portare in chiesa le persone che hanno bisogno di essere accompagnate (anziani, andicappati…); aiuta i fedeli a prendere posto (specialmente ai bambini, ai disabili e agli anziani), riserva loro degli spazi particolari come segno dell’attenzione comunitaria verso le persone più deboli. Può distribuire i vari sussidi per le celebrazioni e ordinare i movimenti processionali dei fedeli (cf. OGMR 105d).

 


g) Il servizio del Gruppo liturgico: per evitare la dispersione di tutti questi ministeri è necessario che la partecipazione sia coordinata, preparata e condivisa, lasciando da parte ogni protagonismo e collaborando per fare in modo che le diverse funzioni siano strettamente armonizzate, in vista dell’obiettivo finale: vivere comunitariamente la celebrazione. Nella liturgia non c’è il posto per l’improvvisazione o la banalizzazione. Da qui la necessità del gruppo liturgico parrocchiale. Il suo compito principale (anche attraverso il coordinamento e la preparazione della celebrazione) è di organizzare l’incontro della comunità con il mistero salvifico d’ogni celebrazione. Di conseguenza, il suo compito non si deve limitare a distribuire semplicemente degli incarichi, magari pochi minuti prima di cominciare l’atto liturgico. La sua attività, assieme con il Parroco, deve essere permanente e stabile: deve tracciare le linee della vita liturgica della parrocchia; organizzare la formazione spirituale, liturgica e tecnica dei fedeli incaricati dei ministeri liturgici; promuovere gli incontri di preghiera e di programmazione dei tempi forti; analizzare e procurare materiale e sussidi utili per la vita liturgica della comunità; dialogare con i partecipanti alle celebrazioni per migliorare il livello rituale, ecc.

 


h) Il servizio del Sacrista: il suo compito è quello di preparare diligentemente i libri liturgici, le vesti liturgiche e le altre "cose" che sono necessarie per la celebrazione (cf. OGMR 105a). E’ lui il responsabile dell’ordine e della pulizia della chiesa e della sacrestia.

 

i) Il servizio dei Responsabili per il decoro della chiesa: il loro servizio, in collaborazione con il sacrista, cura particolarmente la pulizia dell’edificio e dei vari arredi, perché la celebrazione e il luogo possano essere veramente belli e dignitosi. Anche se non è un servizio che si esprime in modo visibile durante le liturgie, è indispensabile per la preparazione e il buon andamento delle stesse. Ogni parrocchia dovrebbe provvedere che questo servizio sia svolto da persone di fiducia, sensibili e attente alle varie esigenze celebrative e funzionali della comunità.

 


j) Il servizio dei Responsabili per l’addobbo floreale: l’arte floreale è una delle tanti arti che si pongono al servizio della liturgia, dell’incontro di Dio con l’uomo, con ogni uomo, anche il più povero, anche con chi non è in grado di seguire una dotta omelia, ma è sensibile alla vista di un bel mazzo di fiori collocato sull’altare. Proprio perché "serve" la liturgia e l’uomo che la celebra, l’arte floreale è un ministero, un ministero di bellezza, per "fiorire" una chiesa, un ministero che richiede una specifica competenza, da non improvvisare. In questo senso il gesto di preparare un bouquet per le celebrazioni non può risolversi in un semplice gesto di sistemazione dei fiori: bisogna imparare ad armonizzare questo bouquet con i tempi liturgici, le letture del giorno, le preghiere, l’architettura, gli spazi liturgici, l’assemblea… E per questo si richiede spirito liturgico, biblico, contemplativo, ablativo, estetico e tanto… buon senso!

 


k) Il servizio di coloro che raccolgono le offerte: il loro servizio esprime nella celebrazione l’attenzione verso i poveri o alcune particolari situazioni di bisogno (cf. OGMR 105c). Il servizio dovrebbe essere affidato agli adulti generosi e ai rappresentanti di gruppi caritativi impegnati nella comunità: in questo senso è bene che esso non sia esercitato da una sola persona o addirittura dal Sacerdote. Deve essere valorizzato particolarmente il momento offertoriale della celebrazione eucaristica per portare all’altare, con il pane e il vino, anche il segno della carità per le varie necessità dei poveri, del culto e della parrocchia.

(Pubblicato su Lazio Sette: 22 aprile 2007, p. 13)

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