ABC della Liturgia/39-40
Gli spazi liturgici: il campanile, la campana e il campanello
a) Campanile: L’antichità cristiana non conosceva torri accanto alle chiese. Gli inizi della costruzione di campanili in Occidente risalgono al regno di Carlo Magno. All’origine si suppone una doppia componente: il monumento sepolcrale dell’antichità, che ispira la torre sulla campata d’incrocio o su quella del presbiterio del primo Medioevo, e la funzione come opera di difesa, che esercita un influsso specialmente sulla facciata occidentale di certe architetture di duomo e di chiesa conventuale.
Lentamente anche chiese meno importanti ricevono una propria torre e qui sopravviene il concetto simbolico della cittadella di Dio e più tardi anche la funzione di torre campanaria. Nelle chiese con matronei le scale delle torri rendono possibile l’accesso al piano superiore; talune torri romaniche del Medioevo con le loro ampie scale a chiocciola con gradini bassi servono anche al trasporto di materiale da costruzione e d’acqua per spegnere incendi. Gli ordini mendicanti o riformati (ad es. Cistercensi) rinunciarono alla costruzione di torri come ad un dispendio superfluo.
In Italia si sviluppa ben presto la torre campanaria separata dalla chiesa (campanile). La maggior parte dei campanili porta alla sommità una croce, un gallo o le stelle.
* la croce: interpreta la Chiesa soggetta o redenta dalla croce;
* il gallo: non costituisce un segno di distinzione tra le confessioni cattolica e protestante. Il gallo sul campanile (documentato già per il sec. IX) è simbolo di colui che chiama alla penitenza e alla vigilanza e quindi anche simbolo di Cristo. Il gallo ci dice anche la presenza dei predicatori come coloro che vogliono svegliare i dormienti affinché abbandonino le opere delle tenebre; il gallo infatti divide con il suo canto la notte dal giorno;
* le stelle: simboleggiano la parola di Dio che rifulge nel tempio come la luce delle stelle.
(Pubblicato su Lazio Sette: 6 gennaio 2007, p. 13)
Gli spazi liturgici: il campanile, la campana e il campanello
b) Campana: nelle antiche civiltà era conosciuto l’uso di usare strumenti metallici allo scopo di fare segnali. La campane erano conosciute nella Cina antica e i Romani usavano i tintinnabula per indire l’apertura dei mercati e delle terme.
Nell’Antico Testamento, per convocare la comunità si ricorreva al suono della tromba (cf. Nm 10, 1-8).
I primi cristiani a Roma usavano con tutta la probabilità i tintinnabula, stando agli esemplari che sono stati scoperti nelle catacombe.
La campana vera, considerata uno strumento a percussione generalmente in bronzo, è certo che viene introdotta nel V sec. nei monasteri della Campagna. Nelle chiese di Roma compaiono le campane nel VIII sec. sotto il pontificato di Zaccaria e di Stefano II. A mano a mano le proporzioni delle campane diventano sempre maggiori.
Le campane manifestano lo stato d’animo del popolo cristiano nelle diverse circostanze: il suono solenne e gioioso richiama i fedeli alle celebrazioni, semplici e tristi rintocchi annunciano le e sequele consolando e invitando alla speranza nella vita futura, ecc.
c) Campanello: i campanelli sono stati trovati anche nelle tombe preistoriche. Essi erano certamente conosciuti da quasi tutti i popoli dell’antichità (Egiziani, Fenici, Greci, Slavi, Cinesi, Romani). Il Sommo Sacerdote ebraico ne portava, alternati con melograni colorati, settantadue in oro sull’orlo del suo paramento liturgico (cf. Es 28, 33-35) anticipando così, in qualche modo, l’uso del campanello nella liturgia. I campanelli sono stati trovati anche nelle catacombe cristiane, ma nulla fa capire che servissero per il culto liturgico, benché non sembri improbabile.
* campanella della sacrestia: ordinariamente una campanella di discrete dimensioni e dal sono squillante è sospesa alla porta della sacrestia, in vicinanza dell’ingresso, e viene suonata ogni volta che sta per iniziare la celebrazione liturgica.
* campanello dell’altare: nei pressi dell’altare dove si celebra l’Eucaristia, in tante chiese si trova ancora un campanello a mano, che viene suonato durante la consacrazione e dopo "Agnello di Dio".
(Pubblicato su Lazio Sette: 20 gennaio 2007, p. 15)