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Scritto da don Pietro Jura
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Categoria: Formazione
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Pubblicato: 03 Novembre 2015
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Questione delle offerte
di don Silvano Sirboni
Domanda: I nomi dei defunti si possono ricordare solo durante la celebrazione della Messa oppure anche durante la liturgia della Parola? Ho letto da qualche parte che invitare a pregare per i defunti o per altre intenzioni particolari nella liturgia della Parola è corretto, ma non lo è accettare l’offerta. Il mio parroco non è d’accordo in quanto, dice che l’offerta è data liberamente per la parrocchia e perciò non è da rifiutare. Le norme liturgiche cosa prevedono?
Intenzione/offerta (o tariffa!) è un rapporto strettamente legato alla Messa. Nato come segno di partecipazione alla vita della comunità (cf. At 2 e 4), si è sviluppato e strutturato nel corso dei secoli non senza aspetti negativi collegati al denaro e alla deriva “commerciale” che già il concilio di Trento condannò o cercò almeno di limitare (cf. A. Jungmann, Missarum Sollemnia, vol. II, 7-24). La stessa antipatica “tariffa” è stata una “soluzione” per cercare di evitare, se non altro, almeno gli abusi di venalità.
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Pubblicato: 03 Novembre 2015
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Il segno di croce: quando e come è entrato nella pietà cristiana e nella prassi liturgica?
Va anzitutto osservato che il segno di croce è una delle pratiche cristiane più universalmente testimoniate. Non solamente venivano segnati con la croce gli oggetti o i monumenti, ma anche le persone facevano tale segno su di sé o sugli altri, abitualmente tracciandolo sulla fronte o su altre parti del corpo.
Tra le numerose testimonianze basterà citare Tertulliano (III sec.): “Tutte le volte che iniziamo o terminiamo qualcosa, tutte le volte che entriamo o usciamo di casa, quando ci vestiamo, ci mettiamo i calzari, andiamo al bagno, ci mettiamo a tavola, accendiamo le lucerne, andiamo a letto, ci sediamo, qualsiasi sia l’occupazione alla quale ci accingiamo, facciamo sovente sulla nostra fronte un piccolo segno di croce” (De corona, III, 4). E ancora più difficile precisare a quale momento risalga l’uso attuale del grande segno di croce che noi tracciamo dalla fronte al petto e alle spalle. Secondo il noto storico della liturgia M. Righetti, sarebbe stato introdotto nei monasteri nel sec. X, ma forse era assai più antico.
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