L'Abc della liturgia/49
Il corpo nella liturgia: i gesti
m) Benedizione: dal latino “benedicere” significa “dire-bene”. Vi s’intende un dire che anche effettua ciò che esprime: una parola potente. Della potenza della parola divina parla il racconto della creazione: “Dio disse: «Sia la luce!». La luce fu” (Gn 1, 3). Della stessa potenza di Dio testimoniano i miracoli di guarigione compiuti dal Figlio di Dio. “Lo voglio, sii sanato” (Mt 8, 3), dice Gesù al lebbroso; ed avviene ciò che dice.
La Chiesa non può ripetere queste parole potenti come sue proprie, ma solo al posto di Dio. Quando il sacerdote nella celebrazione dell’Eucaristia pronuncia le parole di Gesù: “Questo è il mio corpo”, esse effettuano ciò che dicono. Il pane diventa il Corpo di Cristo, perché tutto questo viene garantito da Gesù. Ma quando la Chiesa pronuncia parole di benedizione, esse sono una preghiera a Dio. In questo non c’è una volontà di disporre di Dio, ma una fondata fiducia in quel Dio che ha accompagnato benedicendo Israele attraverso la storia e ha fatto dono alla Chiesa in Gesù Cristo della pienezza di ogni benedizione.
Dio benedice e concede il suo dono e la sua vita. Noi rispondiamo benedicendo e lodando Dio. La benedizione delle case, del cibo ecc. è ringraziamento a Dio per i suoi doni e impegno perché in quello che benediciamo Dio sia presente e lodato. In altre parole con questo gesto s’augura il bene, si chiede l’amore di Dio su una persona, un avvenimento, una cosa.
L’uomo ha bisogno del “benedicere”, del dire-bene, dell’essere benedetto. Egli lo accoglie da altri uomini che gli augurano del bene. L’uomo credente è certo che ogni augurio di bene che si fa tra uomini interpella Dio come sorgente d’ogni benedizione.
La Chiesa non riserva la benedizione solo a coloro che sono ordinati sacramentalmente. Tutti i cristiani possono e devono benedirsi a vicenda: i genitori i loro bambini e i bambini i loro genitori, ed egualmente sposi ed amici. La benedizione di coloro che incarnano nella Chiesa il principio apostolico viene data però per un incarico speciale di Cristo stesso: benedizione del vescovo, del sacerdote e del diacono. Le parole di queste benedizioni vengono per lo più accompagnate da segni, come imposizione delle mani, segno di croce, acqua santa e incenso. Vi sono molti tipi di benedizione. Tutto un libro di preghiere e di riti è sorto nella Chiesa nel corso dei secoli per benedire uomini e cose – “Benedizionale”. Si rivolge la preghiera a Dio, perché ponga la sua mano su ciò che viene benedetto e consacrato, e lo avvolga con la sua forza della sua benevola presenza.
(Pubblicato su Lazio Sette, 13 aprile 2008, p. 15)