Dal Mercoledì delle Ceneri, e per tutto il tempo di Quaresima, i Presidenti delle Conferenze Episcopali del nostro Continente invitano a pregare per le vittime della pandemia.
In molte occasioni, i vescovi dell’Europa intera hanno unito la loro voce a quella di Papa Francesco per ribadire la vicinanza della Chiesa a tutti coloro che lottano a causa del coronavirus: le vittime e le loro famiglie, i malati e gli operatori sanitari, i volontari e tutti coloro che sono in prima linea in questo momento così delicato.
Ora, per tutto il tempo di Quaresima, lanciano una rete di preghiera, una catena eucaristica, per le oltre 770.000 persone che in Europa sono morte a causa del Covid-19.
“Abbiamo valutato insieme l’opportunità, anzi il dovere di ricordare nella Santa Messa, le vittime, le tantissime vittime della pandemia – dichiara il Cardinale Bagnasco nel suo messaggio per lanciare questa iniziativa. – Ogni Conferenza Episcopale d’Europa si è impegnata nell’organizzazione di almeno una Messa: sarà come creare una catena di preghiera, una catena eucaristica in memoria e in suffragio di tante persone. In questa preghiera vogliamo anche ricordare le famiglie che hanno subito dei lutti e tutti coloro che ancora in questo momento sono colpiti dal morbo e sono incerti sulla propria vita”.
L’iniziativa, che vedrà coinvolte tutte le Conferenze Episcopali d’Europa secondo un calendario, vuole offrire un segno di comunione e di speranza per l’intero Continente: “noi vescovi d’Europa – aggiunge il Presidente del CCEE – siamo tutti uniti accanto alle nostre comunità cristiane, ai nostri sacerdoti, grati a tutti coloro che continuano a dedicarsi alle persone più bisognose, per sostenere con la nostra parola e soprattutto con la nostra preghiera il loro impegno affinché possiamo guardare insieme ad un futuro migliore”.
Vedi calendario: Tabella-Initiativa-quaresimale_IT_EN.pdf
Benedizione degli zainetti
L’inizio dell’anno scolastico segna un tempo nuovo. Riprendono tutte le attività ordinarie, tornano le famiglie che hanno potuto vivere le ferie, i cammini di iniziazione cristiana ricominciano. In particolare, le famiglie con i loro bambini in età scolare vivono un vero e proprio “rito di passaggio”. In questa soglia è quanto mai opportuno proporre un’azione rituale di benedizione. È bene che la parola “benedizione” sia messa bene in evidenza: su di essa si gioca l’opportunità non solo catechistica della celebrazione proposta. Si abbia cura di non sovrastare con i discorsi l’occasione di gesti e parole di fede.
La celebrazione, tradizionale in Europa dell’Est, si sta diffondendo con una certa facilità, per la cura pastorale che offre del momento significativo come l’inizio di un anno scolastico. Il Benedizionale ai nn. 206-209 fa notare come questo momento porti con sé un’attesa e una trepidazione particolari. La sciola è un luogo di crescita, speranza, incontro, gioia e dolore, accoglienza. Il credente sa che la benedizione di Dio è segno della sua promessa per ogni nuovo cammino, grazie alla collaborazione delle persone di buona volontà. “Anche un anno scolastico che muove i primi passi è un umile In principio…” (n. 207). Di segito segue il rito